Antfeel si aggiudica il primo premio di ‘Start Me Up’ – Il corso dedicato ai giovani imprenditori organizzato da The Hive e Rotary Club Ancona 25-35

ANCONA – È ‘Antfeel’ il progetto vincitore della settima edizione di “Start Me Up”, il percorso formativo dedicato agli aspiranti imprenditori. Il corso, in partnership con l’incubatore The Hive, nasce da un’idea del Rotary Club Ancona 25-35.

“Ancona è e deve diventare un importante polo non solo universitario, ma anche imprenditoriale, per questo il Comune dorico ha sostenuto subito il progetto ‘Start me up’ e la grande adesione riscontrata, superiore ai 60 iscritti, è indice di quanto ci sia voglia da parte dei giovani di fare impresa” ha commentato sottolinea Marco Battino, Assessore allo Sviluppo imprenditoriale, Politiche giovanili e Università del Comune di Ancona.

Si sono tenute ieri nell’auditorium del rinnovato studentato ‘Buon pastore’ ad Ancona le premiazioni dei tre migliori progetti fra i dieci presentati nel corso delle cinque lezioni tenute da professionisti dell’imprenditoria. Oltre 60 gli iscritti al corso ‘Start me up’; inoltre ai partecipanti è stata garantita l’opportunità di presentare il pitch della loro idea imprenditoriale a una commissione appositamente costituita che ne ha valutato le potenzialità e la realizzabilità.

La startup che si aggiudica il voucher dal valore di 30 mila euro da parte di The Hive all’interno del bando ‘SmartMoney’ è Antfeel, una startup di marketplace in cui fornitori, terzisti e aziende qualificate si possono connettere per velocizzare il matching di domanda e offerta nel mondo del lavoro.

Sul podio anche i progetti ‘TalenStart’, piattaforma per la ricerca di talenti professionisti che consente di trovare soluzioni efficaci ai problemi di talent attraction e consolidamento delle risorse umane e ‘Nexist’, progetto imprenditoriale per certificare l’autenticità di prodotti grazie all’utilizzo della blockchain; al secondo classificato è andato un voucher dal valore di 3 mila euro per servizi di consulenza offerti da The Hive ed al terzo classificato dal valore di 2 mila e 500 euro per servizi di consulenza offerti dal Rotary Club Ancona 25-35.

“Per il settimo anno consecutivo abbiamo creduto molto nel progetto dedicato agli imprenditori del domani e come Rotary Club 25-35 siamo al fianco dei giovani che vogliono mettersi in gioco e, per farlo, è necessario far interloquire tutte le realtà a vario titolo interessate a dare forma, sostanza e concretezza ai sogni dei ragazzi del nostro territorio” commenta il Presidente rotariano, l’avvocato Mario Antonio Massimo Fusario.

Quattro le testimonianze imprenditoriali intervenute alla cerimonia: Danilo Falappa di Innoliving e Diego Mingarelli di Diasen, impegnati rispettivamente nel settore dell’health care e dispositivi sanitari e della sostenibilità edilizia; nella seconda parte dell’evento, Roberto Grilli, founder delle startup Food Find e Grilli Fabbrica Alimentare e Alberto Larocca, founder della startup Dendron. Per la Regione Marche era presente la Dirigente Roberta Maestri, che ha illustrato le modalità per partecipare ai bandi rivolti agli imprenditori del domani.

Tra gli sponsor di ‘Start Me Up’, corso gratuito patrocinato da Regione Marche e Comune di Ancona, ci sono l’Associazione Italiana Giovani Avvocati Ancona, l’Unione Giovani Commercialisti ed Esperti Contabili di Ancona, Intesa San Paolo, Unicorn, Moretti Comunicazione, Sida Advisory, GGF Group, The Begin e w.academy.

CORRIERE ADRIATICO.

CRONACHE MARCHE

 

 

3 Novembre 2023, L’evento di inaugurazione del corso Start Me Up

Il corso Start Me Up è stato inaugurato lo scorso venerdì, 3 novembre, con un evento dedicato all’insegna dello spirito imprenditoriale. L’incontro tenutosi preso la sala eventi di Unicorn, ha visto la partecipazione di un prestigioso panel di ospiti, tra cui il Presidente del Rotary Club, Avv. Mario Antonio Massimo Fusario, lo Startup Manager di The Hive, Lorenzo Sardella, l’Assessore allo Sviluppo Imprenditoriale, Marco Battino, la Dirigente della Regione Marche ai Servizi per l’Impiego e alle Politiche del Lavoro, Roberta Maestri, e il Presidente della Fondazione Social Economic Development ‘Enrico Mattei’, Aroldo Curzi Mattei.

Le testimonianze di Maurizio Coltorti, CEO di Coltorti, e di Elena Viezzoli, Startup Advisor, hanno arricchito l’evento con preziosi spunti e consigli dedicati al mondo imprenditoriale. “Nulla è impossibile,” ha esortato Maurizio Coltorti, invitando gli aspiranti imprenditori a credere con convinzione e costanza nei propri sogni e idee.

Questo corso si presenta come un’opportunità fondamentale per i giovani imprenditori desiderosi di sviluppare e far crescere le proprie start-up, grazie all’apporto concreto di esperti nel campo dell’imprenditoria. Siamo impazienti di assistere alla trasformazione delle idee dei giovani imprenditori in progetti di successo nel mondo degli affari.

Vi ricordiamo che questa sera, alle ore 19, si terrà la prima lezione del corso dedicata alla pianificazione della business idea, tenuta dal docente Marco Gatti. Buono studio, futuri imprenditori!

Rassegna Stampa: https://www.adriaeco.eu/2023/11/04/al-via-la-settima-edizione-di-start-me-up-2023/

TVRS: https://www.youtvrs.it/al-via-la-settima-edizione-di-start-me-up-il-corso-per-giovani-imprenditori/

Start Me Up 2023: la conferenza stampa

Ieri, con grande entusiasmo, si è conclusa la conferenza stampa di lancio del progetto “Start Me Up“, tenutasi presso il Comune di Ancona, un’iniziativa dedicata a plasmare il futuro imprenditoriale dei giovani. L’evento è stato caratterizzato da interventi ispirati, tra i quali spiccano quelli di Mario Antonio Massimo Fusario, il presidente della Commissione Rotary Club 25-35, Giorgio Guidi, CEO di The Hive, e Marco Battino, giovane assessore della giunta comunale di Ancona.

Il fulcro di questa conferenza è stata la promozione dell’imprenditorialità giovanile e l’importanza della formazione in questo contesto. Questi valori sono stati caldamente abbracciati dal Comune di Ancona e da tutti gli enti coinvolti, che hanno sottolineato l’urgente necessità di ravvivare lo spirito imprenditoriale nella regione delle Marche, con un particolare focus sulle nuove generazioni.

Il progetto “Start Me Up” si struttura in 5 moduli, ciascuno dedicato all’esplorazione di aspetti specifici dell’imprenditoria. Questi moduli offriranno ai giovani imprenditori un’ampia gamma di opportunità formative, mirate a promuovere e sostenere la crescita delle idee imprenditoriali proposte dai partecipanti al corso.
Vi invitiamo cordialmente all’evento inaugurale del corso, che si terrà il 3 novembre alle ore 18 presso la sede di Unicorn. Inoltre, qui di seguito, troverete i servizi offerti da “TV Centro Marche” e “E’TV MARCHE” registrati durante la conferenza stampa e gli articoli del Corriere Adriatico e del Resto Carlino.

 

 

Il Metodo Startup: come le aziende moderne utilizzano la gestione imprenditoriale per trasformare la cultura e promuovere una crescita a lungo-termine

Abstract, dal libro “The Startup Way” di Eric Ries

“Il Metodo Startup: come le aziende moderne utilizzano la gestione imprenditoriale per trasformare la cultura e promuovere una crescita a lungo-termine.”

  • Per poter creare dei cicli continui di innovazione, le aziende dovrebbero creare al loro interno dei team dedicati, che possano sperimentare e ricercare. Questi team operano come se fossero delle Startup interne, in modo distinto rispetto al resto dell’azienda.
  • L’imprenditorialità deve essere parte integrante dell’azienda e può arrivare da qualsiasi livello.
  • I principi di management tradizionale e imprenditoriale devono integrarsi per consentire all’azienda di creare innovazione, acquisire valore e garantirsi longevità.

Fare in modo che le loro organizzazioni non diventassero lente e burocratiche con la crescita.

L’autore ha quindi ideato una serie di principi che possono essere applicati dopo la fase di avvio di un’impresa, combinando il rigore del general management con la natura fortemente ripetitiva delle startup.

I 5 principi alla base del “Metodo Startup”:

1. Innovazione continua: una crescita a lungo termine ha bisogno di un metodo per trovare costantemente delle novità, attingendo alla creatività e al talento a ogni livello aziendale.

2. Considerare la Startup come la più piccola unità operativa: per poter creare dei cicli continui di innovazione, le aziende devono avere al loro interno dei team dedicati, che possano sperimentare e ricercare. Questi team sono come una sorta di startup interne e necessitano di una struttura organizzativa distinta che possa supportarli.

3. La funzione mancante: la gestione delle startup all’interno di un ecosistema aziendale può confondere un sistema tradizionale. La maggior parte delle aziende non ha nel suo sistema organizzativo una funzione fondamentale, l’imprenditorialità, che è vitale tanto quanto il marketing, le finanze o altri settori tradizionali.

4. Una seconda creazione: cambiare così profondamente una struttura aziendale è un po’ come fondarla una seconda volta.

5. Trasformazione continua: tutto ciò richiede lo sviluppo di una nuova capacità: l’abilità di riscrivere il DNA dell’azienda in risposta a sfide nuove e differenti. Una volta che si è attuata una trasformazione vale la pena continuare.

Ciò non significa che ogni singolo team dovrà essere riorganizzato secondo i principi della startup, né che ogni dipendente inizierà come per magia a lavorare come se fosse un imprenditore. L’obiettivo è fare in modo che il team lavori in modo attendibile e che ogni impiegato abbia l’opportunità di agire in modo imprenditoriale. Nel contempo i manager devono diventare esperti di gestione imprenditoriale per poter guidare al meglio il team.

Rispetta il passato, inventa il futuro: come creare un’azienda moderna

Come sostiene Jeff Immelt, ex CEO della General Electric: “Nessuno vuole lavorare in un’azienda fuori moda. Nessuno vuole comprare prodotti da un’azienda fuori moda. E nessuno vuole investire in un’azienda fuori moda.” Quindi come riconoscere un’azienda moderna da una obsoleta? Guardando come si comporta: un’azienda moderna sfrutta la creatività e il talento di tutti i suoi dipendenti.

Uno dei maggiori problemi degli imprenditori di oggi è venire a patti con l’ansia per l’imprevedibilità del mondo in cui vivono. Le sfide che affrontano ogni giorno per portare avanti il cuore del loro business lascia poco spazio per poter incoraggiare e testare nuove idee.

Per la maggior parte del ventesimo secolo la crescita aziendale è stata legata alla capacità: per crescere le aziende dovevano produrre di più e vendere di più. Le basi della competizione erano principalmente prezzo, qualità, varietà e distribuzione. Oggi il mercato globale ha fatto in modo che si possano ideare e costruire nuovi prodotti ovunque, spostando le basi della competizione verso concetti come design, brand, modello di business o piattaforma tecnologica.

Questo è il contesto in cui opera un’azienda moderna e proprio per questo ha bisogno costantemente di nuove fonti di crescita che possono arrivare solo dall’innovazione continua.

Gli strumenti di gestione tradizionali non funzionano nel clima di incertezza nel quale operano le aziende attualmente. Mentre un tempo le aziende prendevano decisioni basandosi su previsioni e stime attendibili, ora non è più così. Le startup operano in contesti diversi, con prodotti nuovi, pubblico nuovo e non possono più basarsi su un sistema di stime e previsioni, perché non funziona. Tuttavia, anche nelle situazioni dove non si possono fare previsioni, si può comunque pianificare.

Dato che molte aziende hanno difficoltà a confrontarsi con questa nuova realtà, l’obiettivo del processo presentato dal Metodo Startup è quindi anche quello di creare un modo nuovo di pensare le organizzazioni e la leadership, che possa essere la base per la crescita e l’innovazione del ventunesimo secolo.

Il management moderno necessita di una sperimentazione rapida per scoprire quali strategie supporteranno una visione a lungo termine.

Imprenditorialità, la funzione mancante

Di solito ogni funzione operativa aziendale ha anche un responsabile, che si occupa di coordinarne le attività. Ma all’interno di un’azienda chi si occupa di lottare contro l’incertezza, di cercare nuove forme di crescita e di tradurre questa ricerca in prodotti vendibili? Nelle piccole aziende di solito sono i titolari. Ma nelle grandi aziende? Nessuno. È quindi arrivato il momento di vedere l’imprenditorialità come una disciplina centrale di un’azienda moderna, proprio come se si parlasse di marketing, risorse umane o contabilità. L’imprenditorialità infonde un nuovo modo di pensare a tutta l’organizzazione.

Le aziende devono poter avviare dei progetti, senza rischiare di compromettere l’intera impresa. Un modo per farlo è di attivare delle “Startup interne”, supervisionate dalla funzione imprenditoriale. Queste startup sono una sorta di micro unità di lavoro, diverse da qualsiasi altro tipo di progetto, sono come delle aziende nelle aziende. Questi progetti di startup possono crescere fino a diventare delle vere e proprie nuove divisioni aziendali.

L’imprenditorialità deve integrarsi con l’intera azienda e non deve essere solo “compito” degli imprenditori, ma deve poter arrivare da tutti. Per poter “sfruttare” il lato imprenditoriale dei dipendenti dobbiamo capire che le idee valide possono nascere a qualunque livello dell’organizzazione. Una delle responsabilità dell’imprenditorialità è quindi di far penetrare la mentalità delle startup nel tessuto culturale dell’organizzazione.

Una mentalità da startup

Avere una “mentalità da startup” significa credere in un certo tipo di gestione. Queste convinzioni formano le fondamenta della struttura che permette ad aziende in stile Silicon Valley di raggiungere il successo assumendosi i rischi e crescendo rapidamente.

Per le aziende che ragionano in modo innovativo il team è alla base di tutto. Di solito i manager tradizionali cercano delle buone idee, delle strategie valide e un business solido. Solo in seguito cercano le persone giuste che possano seguire il progetto. Il personale è valutato attraverso criteri tradizionali: esperienze passate, curriculum (e – in alcuni casi – un po’ di politica). Al contrario gli imprenditori innovativi decidono i loro investimenti in primis basandosi sulla qualità del team.

Le startup credono nei piccoli team, perché spesso un team piccolo è capace di grandi cose. In un team piccolo c’è un forte legame tra i vari membri, perché si crede sostanzialmente nelle stesse cose e si lavora per raggiungere gli stessi obiettivi. Inoltre la comunicazione all’interno di un team piccolo è più efficace, si lavora in modo snello e la lentezza della burocrazia è quasi assente. Un altro fattore importante è la scarsità: quando vuoi assolutamente raggiungere un obiettivo, ma non hai le risorse sei costretto a focalizzarti di più.

Le startup sono multifunzionali. Anche se iniziano con un team di soli ingegneri, ad esempio, con il tempo affrontano comunque problemi e tematiche legati a molti altri settori (finanza, acquisizione clienti, marketing ecc.) e questa multifunzionalità porta spesso a risultati inaspettati. Ogni progetto inizia pensando al cliente. Le aziende che pensano in modo innovativo aspirano a deliziare il cliente, fornendo una soluzione che sia nettamente superiore rispetto a quanto il cliente abbia mai sperimentato.

La cultura delle startup è sperimentale, è missione e visione insieme.

Le aziende innovative sono ossessionate dalla visione e dal fondatore visionario che può metterla in pratica. La visione è quella parte della missione che non è negoziabile.

Lezioni dal metodo Lean Startup

Il Metodo Startup nasce come conseguenza del movimento Lean startup. Il sistema Lean Startup è nato per aiutare le startup a capire cosa fare e come muoversi ogni giorno.

Le basi del metodo Lean startup:

1. Leap of Faith Assumptions: il metodo Lean startup è studiato per operare in situazioni di incertezza dove non si possono fare previsioni accurate. In questi casi si possono fare una serie di ipotesi su cosa vorremmo che accadesse. Queste ipotesi sono le leap of faith assumptions. Queste ipotesi devono essere verificate tramite la sperimentazione; ovviamente non è necessario testarle tutte, ma solo quelle che potrebbero avere un impatto importante sul business. È importante formulare le ipotesi prima di addentrarsi nel processo di creazione. Le ipotesi non sempre saranno corrette, l’obiettivo è infatti quello di imparare. Tra le varie leap of faith assumptions che può fare una startup, due sono fondamentali: the value hypothesis (testa se un prodotto o servizio delizia realmente il cliente) e the growth hypothesis (testa come è possibile avere più clienti).

2. Minimum Viable Product (MVP): creare un esperimento che testi le ipotesi nel modo più veloce ed economico possibile. Un MVP è una sorta di prototipo di prodotto che permette al team di raccogliere informazioni valide sui clienti. Un MVP trasforma velocemente un’idea in qualcosa di reale, seppur imperfetto.

3. Validated Learning: è quello che deriva dall’MVP, sono le informazioni su ciò che vuole realmente la gente. È l’informazione scientifica che deriva dalla serie di esperimenti, e tutto ciò che apprendiamo attraverso i test.

4. Build-Measure-Learn: costruire, misurare e apprendere. Creare un MVP non si è un processo isolato. Dopo averne misurato ed analizzato i risultati potrebbe essere necessario costruirne un altro. Quando la ricerca della perfezione è sostituita dalla volontà di sperimentare e adattare l’idea originale, il risultato finale sarà un prodotto migliore.

5. Pivot or Persevere: l’obiettivo di tutta questa sperimentazione è di poter decidere se cambiare (pivot) o continuare. Se ogni esperimento appare più produttivo del precedente, si impara e ci sono dati che supportano le ipotesi, allora si deve proseguire in quella direzione e creare un nuovo MVP. In caso contrario, se continua ad esserci un feedback negativo o indifferente da parte dei clienti, allora è necessario un pivot. Un pivot è un cambiamento nella strategia, senza cambiare visione. Ogni pivot dà origine a una nuova serie di ipotesi e il processo ricomincia.

Un Sistema di Management per l’innovazione su larga scala

Ogni sistema ha le sue difficoltà. Le vecchie aziende sprecano un’incredibile quantità di talento ed energie perché frenano l’innovazione con strutture e protocolli obsoleti e rigidi.

Le startup hanno problemi a causa del loro successo: i sistemi che funzionano bene su piccole aziende non si adattano alla crescita e di conseguenza succede che l’azienda entri in stallo.

Il management imprenditoriale è un sistema di leadership studiato per l’incertezza del ventunesimo secolo, ma non vuole rimpiazzare il management tradizionale. È una disciplina pensata per aiutare i leader a diventare rigorosi nella parte imprenditoriale della loro gestione, tanto quanto lo sono nella parte tradizionale.

Elementi alla base del Metodo Startup:

Responsabilità: i sistemi, i riconoscimenti e gli incentivi che guidano il comportamento dei dipendenti e ne focalizzano l’attenzione. I sistemi di responsabilità devono essere allineati con gli obiettivi che l’azienda vuole raggiungere.

Processi: gli strumenti e le tattiche che gli impiegati usano abitualmente per lavorare, come pianificazione di progetti, gestione, coordinamento del team ecc.). Cultura: le credenze condivise che determinano quello che i dipendenti credono di poter fare. La cultura è la memoria di un’azienda e si costruisce nel tempo. Ogni cultura attira un certo tipo di persone, le risorse aziendali. Una cultura tossica e obsoleta respinge i talenti innovativi.

I principi imprenditoriali e quelli di management generico hanno delle basi in comune: l’importanza di pensare a lungo termine, di avere valori comuni e la necessità di rigore e disciplina.

Fase uno: la massa critica

Non importa quali siano le dimensioni dell’azienda, i primi passi per implementare questo nuovo modo di lavorare sono sempre studiati caso per caso e caotici. L’inizio di una trasformazione secondo il Metodo Startup:

1. Inizia con un numero limitato di progetti e parti da quelli per crearti un certo numero di casi, storie e risultati, per mostrare come funziona il nuovo metodo. In questa prima fase si guardano i risultati dei progetti precedenti e si analizza cosa ha funzionato e cosa no.

2. Crea dei team dedicati e multifunzionali che si occupino dei progetti pilota. L’obiettivo dei team è di sfruttare e condividere l’energia collaborativa di varie discipline all’interno dell’organizzazione.

3. Crea un sistema di crescita che permetta ali esecutivi di prendere decisioni chiare e veloci sui vari progetti.

4. Mostra ai team come creare degli esperimenti secondo il metodo Lean Startup.

5. Usa le metriche giuste per misurare i risultati di questi esperimenti. Per sapere se stai operando bene o no devi usare dei leading indicators che misurino i validated learning. I leading indicators fanno capire al team se il processo sta funzionando. Le metriche servono a misurare il successo dei progetti imprenditoriali.

6. Crea una rete di leader all’interno dell’organizzazione che possa aiutare a risolvere i problemi che si presentano man mano. Ogni team che lavora seguendo il Metodo Startup deve avere qualcuno nella leadership aziendale che, in caso di bisogno, possa risolvere i problemi che possono nascere con l’organizzazione più grande (Executive Sponsor).

7. Traduci i nuovi concetti in strumenti e linguaggi specifici dell’azienda. Imparare a lavorare secondo il Metodo Startup significa trovare il modo di adattare e applicare i nuovi strumenti a ogni specifica azienda.

Per attuare tutta questa serie di cambiamenti ci devono essere delle situazioni che spingono un’azienda a farlo. Possono essere una crisi (spesso proprio una crisi induce il cambiamento), una strategia (se mettiamo in atto in azienda una nuova strategia organizzativa ci servirà molto probabilmente anche un nuovo modo di lavorare) o una crescita eccessiva (il successo può avere lo stesso impatto emotivo di una crisi e quindi indurre un cambiamento).

Tutti questi tre scenari mettono in circolo una considerevole quantità di energia.

Fase due: la crescita

Non importa come, quando arriva il momento dell’azione decisiva, il duro lavoro e la preparazione della fase uno ripagano gli sforzi.

La trasformazione libera una gran quantità di creatività ed energia latenti. All’improvviso rende possibile ciò che sembrava impossibile. Il segreto è esser pronti.

La seconda fase riguarda la crescita e l’utilizzo dei metodi – identificati attraverso gli sforzi della fase uno – che sono maggiormente idonei per un’azienda.

Come per la fase precedente non c’è un modo “corretto” e univoco per affrontarla, ci sono delle caratteristiche chiave che aiutano:

1. Rivedi e identifica le sfide che i team hanno affrontato nella fase uno, durante i progetti pilota: quando un’azienda entra nella fase due della trasformazione avrà due fonti principali di informazioni. La prima è data da tutte le eccezioni che i team hanno dovuto affrontare per avviare i progetti (assunzioni, approvazioni, licenze ecc.), tutto quello che è stato fatto ad hoc deve ora essere sistematizzato. L’altra fonte sono i risultati dei progetti. Alcuni avranno avuto successo e saranno diventati dei modelli da imitare, altri saranno falliti e avranno comunque prodotto informazioni. Una delle maggiori sfide che gli innovatori si trovano ad affrontare nella fase due arriva dall’interno: sono i manager stessi, che sono abituati a lavorare in modo tradizionale. Non è facile convincerli a cambiare sistema e anche quando si convincono il cambiamento non avviene in una notte. Si deve tener conto delle loro obiezioni e trovare il modo di aiutarli ad affrontare il cambiamento.

2. Sviluppa e presenta un sistema per lavorare nel nuovo modo. Condividere informazioni sui nuovi metodi all’interno dell’organizzazione è una parte fondamentale della seconda fase.

3. Identifica e utilizza in modo corretto i sostenitori a livello esecutivo per rinforzare i nuovi metodi. Il sostenitore non è un coach e nemmeno un executive sponsor. Deve eliminare gli ostacoli che emergono per i team man mano che il nuovo modo di lavorare prende piede. Queste interazioni devono essere sistemiche e proattive. Il sostegno esecutivo serve a diffondere il messaggio che questo è il nuovo modo in cui l’azienda intende lavorare.

4. Forma i rappresentanti dei vari dipartimenti interni. Crea dei percorsi formativi che insegnino ai vari dipartimenti come funziona il nuovo metodo. Alcuni dipartimenti potrebbero non sentirsi coinvolti oppure essere scettici, ma è un rischio che si deve correre per poter formare correttamente l’intera azienda.

5. Crea un programma interno di coaching. Le best practicesdel metodo sono solo delle linee guida, una sorta di filosofia che fornisce i concetti e gli strumenti, ma dato che ogni azienda è diversa è necessario creare dei programmi interni di formazione che aiutino il team a cambiare mentalità. In genere è preferibile che questi programmi siano tenuti da coach interni all’azienda stessa. Avere dei formatori interni permette infatti di risparmiare i costi di consulenti esterni, inoltre i coach interni conoscono meglio l’azienda e sono in grado di motivare al meglio i dipendenti.

6. Implementa meccanismi di finanziamenti misurati e comitati di crescita. La maggior parte delle aziende con un centinaio di dipendenti usa lo stesso processo di pianificazione delle spese. Di solito c’è un processo di stanziamento annuale nel quale vengono valutati tutti i progetti, i dipartimenti e le iniziative. I vincitori ricevono i finanziamenti per l’anno successivo, con controlli trimestrali. Purtroppo però, quando il trimestre va male i finanziamenti possono subire limitazioni o in alcuni casi possono essere cancellati del tutto.

Questo è il cosiddetto “entitlement funding”, un sistema che ha molte incertezze e non garantisce il giusto successo. Al contrario l’obiettivo del sistema dei finanziamenti misurati (“metered funding”) è di fornire assoluta libertà di spendere i soldi, con criteri molto stretti per sbloccarne altri.

Ogni startup ha un comitato al quale fa riferimento. Questo crea una relazione diretta tra il finanziamento dei progetti e i suoi progressi. Una startup interna funziona allo stesso modo di una startup indipendente: con la responsabilità del team. Un comitato di crescita verifica che il team sia sempre responsabile e attendibile.

Fase tre: sistemi profondi

Ogni azienda di successo ha una seconda storia, una storia che inizia quando finisce il percorso iniziale, quello che trasforma un’idea brillante in realtà. È come una seconda fondazione. Equivale al periodo in cui un’azienda si trasforma da progetto a un’organizzazione destinata a durare. È il momento in cui l’azienda cresce e adotta una cultura manageriale.

Per troppe imprese purtroppo è anche il momento in cui burocrazia e lentezza fanno capolino e in cui molte persone innovative vengono messe da parte o se ne vanno. Nella fase tre si deve riuscire ad affrontare questo passaggio mantenendo la mentalità da startup.

Le aziende devono riuscire a trasformare i loro processi interni e creare dei reparti che siano in grado di creare continua innovazione. Si tratta di cambiare i sistemi profondi per supportare l’innovazione e per dare all’azienda longevità e valore.

Questa fase è la più personalizzata, perché ogni azienda è diversa e perché non ci sono sistemi che funzionino allo stesso modo per tutte. Bisogna prendere tutto ciò che la trasformazione ha rivelato nelle prime fasi e usarlo per creare soluzioni che coinvolgano ogni aspetto dell’organizzazione.

Una teoria unica di imprenditorialità

Ad un certo punto, quando la trasformazione è cresciuta a sufficienza da coinvolgere l’intera struttura, quando ha preso il posto di ciò che doveva sostituire, diventa essa stessa troppo grande per cambiamenti radicali. Questo spesso blocca dal mettere in atto ulteriori cambiamenti, creando uno stallo nella trasformazione.

Il giusto approccio, una volta che una trasformazione è avvenuta su larga scala, è di iniziare una nuova trasformazione, con un nuovo fondatore e un nuovo team startup. Testa, sperimenta e impara, osserva come e se il nuovo approccio migliora il precedente, e in base ai risultati integra il nuovo approccio nel sistema esistente oppure rimpiazzalo in toto.

In altre parole, proprio come il sistema Lean Startup invitava a passare da innovazione a innovazione continua, il Metodo Startup invita a passare da semplice trasformazione a continua trasformazione. Dobbiamo inseguire una disciplina di cambiamento rigoroso, assicurandoci sempre che la nuova struttura sia migliore di quella precedente.

Verso politiche pubbliche pro-imprenditorialità

I principi imprenditoriali del Metodo Startup possono e dovrebbero essere usati anche per sviluppare delle politiche che creino le condizioni che consentano alla prossima generazione di imprenditori di avere successo. Per promuovere una crescita economica che segua il Modello Startup c’è bisogno da un lato di politiche pro-business (meno restrizioni, più competizione, più partnership tra pubblico e privato) e dall’altro di politiche pro-lavoratore (ambiente di lavoro protetto, assicurazioni eque ecc.).

Affinché una politica pubblica sia realmente pro-imprenditorialità dovrebbe riguardare almeno uno di questi tre aspetti:

1. Visione e vantaggi, tutto ciò che si può fare per aiutare le persone a trovare e credere in idee valide.

2. Skills e risorse, politiche che aiutino le persone ad avviare un’impresa.

3. Rischi e ostacoli, tutto ciò che protegga/ammortizzi dal fallimento.

Conclusioni

Dobbiamo essere pronti ad affrontare il futuro, per quanto incerto possa essere. Incoraggiando la costante sperimentazione saremo molto più capaci di usare le nuove scoperte tecnologiche per creare nuove e più potenti forme organizzative. Il processo di trasformazione del Metodo Startup non è la fine, è l’inizio. La capacità di un’impresa di testare e imparare dagli esperimenti, di promuovere le tecniche migliori a livello complessivo e limitare o scartare il resto, è ciò che darà all’organizzazione l’abilità di crescere e avere successo nell’era moderna. Questa è la vera promessa del Metodo Startup: un sistema di management che contiene in sé le basi della propria evoluzione fornendo a tutti l’opportunità di essere un imprenditore. Un sistema che permette di costruire una società più inclusiva e innovativa.

The Grid – Un Nuovo Strumento per Valutare il Tuo Modello di Business

Questo articolo è un Abstract del Libro “The Grid” uscito a fine 2017, che permette di analizzare il proprio modello di Business e ogni innovazione apportata con uno strumento nuovo, veloce e molto efficace, detto appunto “La Griglia”.

L’AUTORE

Matt Watkinson è un autore, relatore e consulente commerciale di fama internazionale. È stato citato e intervistato dalle più importanti società di ricerca del mondo e invitato a rivolgersi ai leader dell’industria di tutto il mondo. Il suo primo libro, “The Ten Principles Behind Great Customer Experiences”, ha vinto il CMI’s Management Book of the Year Award nel 2014.

Premessa

  • Tutti gli aspetti del business vanno considerati insieme, con una visione globale.
  • Prima di modificare qualcosa occorre valutarne gli effetti complessivi.
  • Per avere un business di successo è necessario lavorare su tre obiettivi: desiderabilità, redditività e longevità.

Introduzione

 Un business è composto da elementi strettamente connessi tra di loro, considerare solo le singole parti senza tener conto dell’insieme porta a errori decisionali e di valutazione.
La “griglia” è uno strumento che ti aiuta a prendere decisioni, indipendentemente dalla tipologia e dalle dimensioni del tuo business. Ti permette di ragionare in termini complessivi, ti aiuta a capire cosa sta cambiando e perché.

 

Ogni tassello della griglia è importante. Ignorare o trascurare anche solo uno di questi elementi può compromettere il successo dell’intero business. Prendere decisioni corrette significa mantenere in equilibrio tutti questi elementi.

Schema della Griglia:

Come Cambia L’Organizzazione del Business Stesso

 

 

Offerte Che Crea la Tua Azienda

 

 

Costi che devi sostenere con la Tua Attività

Adattabilità, più un’azienda è capace di adattarsi e più probabilità ci sono che resista a lungo sul mercato.
 

Come Cambiano le Condizioni del Mercato

 

 

 

Concorrenza che Trovi nel Mercato

 

 

Potere di Trattativa che hai nei confronti dei tuoi Fornitori o Clienti

Riproducibilità, più un prodotto è facile da copiare, più la concorrenza si farà intensa e meno sarà lunga la vita di quel prodotto sul mercato.

Cosa Vogliono i Clienti

Desideri e Bisogni del Cliente Entrate dai tuoi Prodotti o Servizi Base Clienti fondamentale per qualsiasi Business

Desiderabilità

Redditività

Longevità

Come usare la griglia in pratica 
Il sistema della griglia ti aiuta a capire su quali elementi devi ragionare per prendere decisioni corrette.

Come usare la griglia: quando inizi un business
Un business di successo è dato da una configurazione unica di tutti gli elementi della griglia. Quando progetti un nuovo business devi analizzare ogni elemento e chiederti:

– Quali supposizioni sto facendo? Su quali ipotesi stai basando il tuo business? Sono corrette?
– Come posso verificare le mie ipotesi? Chiedi al tuo target, fai analisi di mercato, crea un prototipo del prodotto, studia i tuoi concorrenti.
– Le varie parti si incastrano? Il sistema funziona nel suo complesso? In sostanza, le ricerche ti dicono che la tua offerta è desiderabile? Può essere redditizia? Può sopravvivere nel lungo periodo?

Come usare la griglia: per rivedere un business esistente 
Qualunque sia il tuo obiettivo il punto di partenza più logico è capire dove sei ora, i tuoi punti di forza e di debolezza, se ci sono aree non produttive. Lo schema ti aiuta a capire su quali aree devi lavorare e come queste aree influiscono su tutta la tua attività.
Una volta che hai identificato le aree di opportunità puoi iniziare a risolvere i problemi.
Ci saranno sempre diversi modi per migliorare un business, devi dare priorità a quelli che offrono un ritorno maggiore.

Gli elementi della griglia nel dettaglio:

 


1.DESIDERI E BISOGNI

Conoscere i desideri e i bisogni del tuo target è il punto di partenza per costruire un business di successo. I desideri e i bisogni si articolano in:

Valori e credenze
I prodotti che scegli, i brand che segui riflettono le tue credenze e i tuoi valori. Le credenze sono importanti perché determinano cosa piace e cosa no.

Tutti abbiamo delle credenze sul tipo di persona che siamo, su come ci vediamo. Il primo passo per capire i tuoi clienti è considerare come si identificano e come riflettere questa immagine attraverso i tuoi prodotti o servizi.
Quali sono i principi che guidano le scelte del tuo cliente, a cosa si interessa? Ricorda che a volte non contano i valori del singolo individuo, ma quelli di un gruppo di persone. Infatti i gruppi sociali a cui il cliente appartiene (o vorrebbe appartenere) e le comunità possono avere una forte influenza sul processo decisionale.
Cambiare le credenze non è semplice, per farlo devi sapere cosa motiva i tuoi clienti, cosa li spinge a muoversi. E devi fare in modo che si sentano sicuri, che sappiano di potersi fidare di te.

Obiettivi 
Qualsiasi prodotto o servizio dovrebbe essere pensato come un mezzo per il cliente per raggiungere un obiettivo. Puoi considerare gli obiettivi dei clienti sotto due prospettive:

– L’obiettivo ultimo: individuarlo apre la tua mente e ti fa capire qual è il fine ultimo del tuo target. Qual è il reale obiettivo del tuo cliente, quello che guida tutti i suoi passi successivi?
– Il significato sottinteso: ovvero cos’è che il tuo cliente pensa, ma non dice? Quali sono gli obiettivi che ha e che non vuole o non può dire
Infine non dimenticare di stabilire dei criteri di successo: come fai a capire quando il cliente ha raggiunto i suoi obiettivi? Stabilirlo è fondamentale per sapere se stai facendo bene o no.

Ostacoli 
Gli ostacoli impediscono al tuo cliente di raggiungere l’obiettivo o di adottare il tuo prodotto o servizio. Molti business si focalizzano troppo sul produrre benefici e si dimenticano degli ostacoli. Questi impedimenti possono essere raggruppati in tre categorie: ostacoli operativi(riguardano l’operatività stessa dell’azienda ad es. installazione, compatibilità, tecnologie competitive, rischi funzionali, distribuzione e effetti della rete), ostacoli legati all’esperienza (per incoraggiare il cliente dobbiamo fare in modo che la sua esperienza sia la più piacevole possibile) eostacoli finanziari (ovvero fare in modo che il cliente sia contento e soddisfatto del prezzo).

  1. CONCORRENZA 
    Si deve conoscere e capire la concorrenza, non evitarla, temerla o imitarla. La concorrenza è determinata da tre elementi:Categoria 
    A quale categoria (o categorie) appartiene il tuo prodotto o servizio? Il cliente ne è consapevole? Scegliere una categoria è molto importante, perché per i clienti è più semplice comprare e scegliere un prodotto che rientra in una categoria ben definita. Devi conoscere bene la categoria per comprenderne il potenziale e per conoscere i requisiti richiesti per poter essere competitivo.

    Territorio 
    Dove opera il tuo business? Quale area geografica ricopri? Come punto di partenza il territorio dovrà contenere domanda a sufficienza per creare un business sostenibile. Quale territorio offre maggiore domanda?

    Alternative e sostituti 
    Il tuo prodotto è desiderabile nel momento in cui la tua offerta è l’opzione più ovvia e semplice per il cliente.
    Un’alternativaè un rivale diretto che il cliente userà come punto di riferimento. Prepara un breve elenco di possibili alternative con i loro punti di forza e di debolezza.
    Unsostituto invece è un’offerta al di fuori della tua categoria che soddisfa comunque l’obiettivo finale del tuo cliente.
    La tua stessa gamma di offerte può diventare un problema, se per esempio diventa troppo ampia o non ben compresa dal cliente.

  2. OFFERTE 
    Le offerte sono composte da tre elementi collegati tra loro:Proposta: è qualcosa che proponi al tuo target, per permettergli di raggiungere degli obiettivi e lo fai in modo diverso rispetto ai concorrenti. La tua proposta deve distinguersi, deve far capire in modo chiaro e semplice perché il cliente dovrebbe scegliere il tuo prodotto o servizio e non quello degli altri.

    Appeal del brand  
    Fare “branding” significa creare delle associazioni collegate al business che si possano applicare a tutti i suoi prodotti o servizi. Puoi decidere di associare il tuo brand a un prodotto, a un’esperienza a una qualità. Quali associazioni vuoi che il cliente faccia quando pensa al tuo brand? Cerca di esprimere i valori del tuo brand in modo costante e coerente e colma il divario (se c’è) tra l’immagine del brand e la realtà.

    Customer Experience
    La soddisfazione del cliente non sempre riflette la sua effettiva esperienza, spesso infatti si riferisce a cosa il cliente ricorda di quell’esperienza. Per aumentare la soddisfazione devi riuscire quindi a migliorare il ricordo di quell’esperienza. Tutti noi come clienti abbiamo due tipi di aspettative: quella adeguata(il servizio è accettabile) e quella desiderabile (il servizio che speriamo di ricevere). Nel mezzo c’è la zona di tolleranza, ovvero quando l’esperienza è soddisfacente, ma non memorabile. Per rendere memorabile un’esperienza devi puntare oltre la zona di tolleranza e superare le aspettative.

  3. ENTRATE 
    Ogni business deve generare delle entrate per sopravvivere; queste entrate si possono analizzare sotto tre prospettive:Modello delle entrate 
    Il modello delle entrate ha due componenti: il flusso di entrate(ovvero la fonte delle entrate) e il meccanismo delle entrate (il modo in cui le persone pagano – ad es. un prezzo fisso, una tariffa oraria etc.). Mentre il flusso è facilmente identificabile perché deriva dai clienti, il meccanismo può avere varie forme (asta, prezzo fisso, a consumo, con licenza, pay-per-click, sottoscrizione etc.)
    Dovresti scegliere il modello di entrate in base a ciò che rende la tua offerta più desiderabile, non adattare l’offerta a un modello deciso in precedenza. Ogni modello può generare una quantità limitata di valore, quindi potrebbe essere necessario modificarlo nel tempo.

    Prezzo 
    Stabilire il giusto prezzo per un prodotto o servizio è l’unico modo efficace per massimizzare la redditività.
    Il prezzo dovrebbe riflettere la desiderabilità dell’offerta, tuttavia molte aziende stabiliscono i loro prezzi basandosi sui costi, applicando un ricarico fisso o una percentuale di margine. Questo metodo però non tiene conto del fatto che al cliente non interessano i tuoi costi, interessa il valore che pensa di ottenere con i tuoi prodotti.
    Osservare i prezzi dei concorrenti ti dà un buon range da cui partire.
    La sensibilità al prezzo è la misura in cui il prezzo influisce sul comportamento di acquisto del cliente. In generale i clienti diventano più sensibili al prezzo man mano che la spesa aumenta. O quando possono confrontare facilmente diverse opzioni. Al contrario sono meno sensibili quando il prodotto o il servizio è molto importante per loro, quando il prezzo è associato ad una qualità elevata oppure quando è difficile fare un confronto con altre alternative.
    A un certo punto potresti dover modificare i prezzi, il segreto è capire e analizzare come questo cambiamento influirà sul tuo business prima di metterlo in atto.

    Volume 

    Il volume delle tue vendite (quanto comprano i tuoi clienti e con che frequenza) dovrebbe riflettere il tuo brand e il tuo posizionamento.
    Aumentare il volume usando la griglia
    – Seleziona quale aspetto del volume vuoi migliorare (frequenza di acquisto o quantità);
    – Decidi se questa crescita dovrà provenire da clienti esistenti o da clienti nuovi;
    – Identifica quali altri elementi della griglia possono aiutarti a raggiungere l’obiettivo.
    Un modo comune per aumentare il volume ad esempio può essere quello di allargare il territorio di azione. Oppure potresti diversificare la tua proposta, dato che per qualsiasi prodotto ci sarà sempre chi è disposto a pagare di più e chi di meno, potresti offrire varie versioni con prezzi differenti.
    Migliora la customer experience ad esempio facilitando gli acquisti e i pagamenti, semplificando i processi. Migliora la riconoscibilità del prodotto, se un cliente non sa che il prodotto esiste di certo non può comprarlo.

  4. POTERE DI TRATTATIVA 
    La valuta più efficace in un business non è il denaro, ma il potere.  Finché non comprendi la natura del potere – da dove viene e come usarlo – sarai incapace di agire per i tuoi interessi.Il potere dei clienti e dei fornitori 
    Ogni business è “schiacciato” tra i suoi fornitori e i suoi clienti. Capire quando competere e quando collaborare è fondamentale per la buona riuscita delle relazioni.
    Colui che detiene il maggior potere di trattativa otterrà i vantaggi maggiori.

    Regole e normative 
    Una normativa stabilisce le regole che un business deve seguire, questa è la leva principale che usano le autorità per controllare le condizioni di mercato e la condotta delle aziende. Quando le normative cambiano ci possono essere importanti ripercussioni su ogni aspetto del business.

6.COSTI 
Anche se i costi possono essere difficili da stimare o prevedere sei tu in ultima analisi ad avere il controllo di ciò che spendi, quindi è importante che tu abbia sempre il polso della situazione.

Costi fissi 
Sono quei costi che non cambiano in base al volume di vendita e che anche se non vendi nulla dovrai comunque pagare. Uno dei costi più impattanti per un business è dato dagli stipendi, se non controllato è un costo che tende ad aumentare a dismisura ed è difficile da ridurre.

Costi variabili 
Sono quei costi che variano in base a diversi fattori. Sono molto importanti perché possono influire sul margine di contribuzione (quantità di denaro con cui ogni vendita copre i costi fissi e in caso genera un guadagno). Più riesci a tenere bassi i tuoi costi variabili, più profittevoli diventano le vendite.
Per tenere sotto controllo i tuoi costi variabili puoi cercare di concentrare i costi (ad esempio stabilire dei costi massimi di produzione) e eliminare gli sprechi (eliminare ogni operazione che non aggiunga valore al prodotto o servizio finale).

La struttura dei costi, ovvero la proporzione tra costi fissi e variabili, ha una notevole importanza perché ha una forte influenza sulla profittabilità del tuo business.
Vai in pareggio (break-even point) quando il margine che ottieni dalle vendite è sufficiente per coprire i tuoi costi fissi. Un’azienda con costi fissi bassi e costi variabili alti andrà prima in pareggio, ma avrà margini più bassi da quel punto in poi. Al contrario un’azienda con costi fissi alti, ma costi variabili più bassi ci metterà più tempo a raggiungere il break-even point, ma da lì in poi dovrebbe avere più guadagni.

Per poter ridurre i costi bisogna saperli gestire quotidianamente. È importante avere dati e analizzarli per tenere sott’occhio le spese o per ridurle. Prima di attuare delle riduzioni è sempre bene verificare che impatto potrebbero avere sugli altri elementi del business, onde evitare di danneggiare alcuni ambiti.

Spese per capitale 
Costi fissi e costi variabili fanno parte delle spese operative, ovvero di quelle spese necessarie per mandare avanti l’attività ogni giorno.
Le spese di capitale invece sono investimenti a lungo termine, che una impresa utilizza per acquistare beni durevoli, ad esempio macchinari. Si tratta prevalentemente di investimenti in conto capitale che dovrebbero permettere all’azienda di espandere o migliorare la propria capacità produttiva.
Quando programmi delle spese per capitale devi considerare bene che tipo di ritorno potrebbero generarti.

7.BASE CLIENTI
Una base clienti solida è la chiave per la longevità di qualsiasi business. Una buona base clienti si ottiene attraverso:

Riconoscibilità  
Costruire e mantenere una buona riconoscibilità del marchio è di vitale importanza, non puoi pretendere che le persone comprino da te se non sanno che esisti o se non sanno chi sei.
Una comunicazione efficace inizia con uno scopo ben definito: informare, persuadere o incoraggiare un’azione. Prima di iniziare qualunque campagna di comunicazione devi avere bene in mente qual è il tuo obiettivo e come puoi misurare i risultati.
Per comunicare in modo efficace devi avere in mente un’audience ben definita e proporti in modo diverso, in un modo che ti permetta di emergere. Assicurati che la tua comunicazione rimandi a te, alla tua categoria, al tuo prodotto. Soddisfa le aspettative che crei e crea un messaggio semplice, chiaro ed efficace. Identifica i trigger che inducono il tuo cliente all’azione, fa leva sulle emozioni e mantieni una presenza costante e continua.

Acquisizione 
Acquisire nuovi clienti ti offre una maggiore opportunità di crescita rispetto a fidelizzare quelli esistenti. Inoltre i nuovi clienti sono più propensi a parlare del tuo prodotto e a fare passaparola, perché in generale la gente ama parlare delle novità o dei nuovi prodotti che ha testato.
Acquisire nuovi clienti è essenziale non solo per mantenere il brand, ma anche per farlo crescere. Dovresti cercare di raggiungere le persone che non comprano con regolarità perché spesso sono la fetta maggiore del mercato.

Fidelizzazione 
Una volta che hai acquisito i clienti dovrai impegnarti per far sì che restino tali. Vendere a un cliente esistente di solito costa di meno che acquisirne uno nuovo e i clienti abituali di solito spendono di più. Per fare in modo che i clienti restino fedeli devi continuare a dar loro delle ragioni per rimanere e minimizzare le ragioni per lasciarti.
Puoi ad esempio optare per dei programmi fedeltà, inserire dei contratti, personalizzare l’acquisto, introdurre prodotti complementari che funzionino solo con i tuoi prodotti.

Avere delle metriche di acquisizione e fidelizzazione ti permette di dirigere in modo mirato gli sforzi. Puoi iniziare calcolando il numero di clienti e la percentuale di questi che restano con il tuo brand (retention rate). Calcolare la redditività dei clienti (quali clienti ti portano un guadagno maggiore) e il customer lifetime value (il valore che un cliente porta durante tutta la durata della relazione) ti permette di capire dove focalizzarti.

8. RIPRODUCIBILITÀ 
Più le tue idee o i tuoi prodotti sono difficili da imitare e più ci sono probabilità che il business resti a lungo sul mercato. Molto spesso quando si crea un prodotto o un servizio non ci si presta attenzione, ma occorre tutelarsi fin da subito.

Protezione legale 
Se possiamo esercitare un diritto legale per evitare che altri copino la nostra proprietà intellettuale ovviamente è una buona cosa. I diritti di proprietà intellettuale si suddividono in: brevetti (impediscono ad altri di produrre, vendere o utilizzare un’invenzione. I brevetti sono costosi e molto spesso non impediscono comunque di venire copiati),segreti industriali (sono informazioni segrete che danno un vantaggio a un business, tuttavia se qualcuno in maniera indipendente scopre il segreto non c’è protezione legale se non c’è un brevetto), copyright (lavori creativi e artistici come musica, scrittura, film etc. sono protetti da copyright che garantisce al proprietario il diritto esclusivo di riprodurli, distribuirli etc.; il problema più immediato delcopyright è che può essere difficile renderlo effettivo, specialmente oggi dove il mondo digitale ha aumentato di molto la pirateria) e marchi registrati (per molti business il bene più prezioso è proprio il loro brand. I marchi registratiimpediscono ai rivali di ingannare i clienti con un prodotto che non è l’originale).

Vantaggi durevoli 
Un vantaggio competitivo è un benefit che permette a un business di superare i rivali.  Per verificare se il tuo business possiede un vantaggio competitivo: 1. Devi essere più profittevole del tuo competitor più forte; 2. La tua quota di mercato deve essere stabile nel tempo (o in crescita).

Alcuni vantaggi competitivi posso essere: attività legate alla catena (es. insieme di particolari caratteristiche di una grande catena), costi bassi e economie di scala, fidelizzazione, location, effetti della rete (il valore di alcuni prodotti dipende dal numero di persone che li usano), protezione governativa.

Divario competitivo 
Anche le idee migliori sono destinate ad avere una fine. Nel nostro mondo così dinamico nessun vantaggio dura per sempre. L’unico modo per tenere distanti i competitors è continuare a muoversi, a progredire. Sfrutta l’inerzia e la resistenza al cambiamento dei tuoi rivali in modo da poter essere sempre un passo avanti. Per rimanere competitivo non devi mai compromettere la tua capacità di cambiare. La vera chiave della longevità non è solo non essere imitabile, ma mantenere la capacità di adattarsi.

9. ADATTABILITÀ 
Troppo spesso i cambiamenti vengono vissuti con resistenza, ma così facendo si nega una verità fondamentale: senza cambiamenti non ci sono opportunità. La chiave per un successo durevole, è rimanere adattabili.

Liquidità 
Quando si parla di longevità di un business ovviamente il denaro gioca un ruolo fondamentale. Se non hai soldi non puoi continuare a gestire l’attività.
Un’azienda può avere sulla carta dei buoni utili, ma scarsa liquidità (dovuta a spese di capitale, spese di produzione, ritardo nei pagamenti etc.). È molto importante considerare quanta liquidità hai dopo aver fatto gli investimenti necessari al tuo business.

Capitale operativo la quantità di denaro utilizzata nelle tue operazioni quotidiane influisce sulla tua liquidità. Per questo i termini di pagamento dei tuoi clienti e dei tuoi fornitori, se non vengono ben gestiti, impattano notevolmente sulla tua attività.

Scalabilità o capacità
Per scalabilità si intende la facilità con cui un modello di business può espandersi o contrarsi in risposta alla domanda, adattandosi quindi ai cambiamenti del mercato.
Alcuni business sono più scalabili di altri, in base a quanto la produzione può essere standardizzata o automatizzata. La scalabilità del tuo business è anche legata al tuo modello delle entrate.
La capacità è la quantità di lavoro che può essere fatta con le risorse attuali. La tua capacità di riserva determina la tua adattabilità, perché c’è sempre una connessione tra efficienza e flessibilità.

Complessità e rigidità 
Nessun business sarà il numero uno per sempre. È inevitabile: un’attività che inizia con energia e aggressività acquisisce con il tempo complessità e rigidità e inizia ad avere difficoltà ad adattarsi ai cambiamenti.
L’adattabilità di un business si incrina con il naturale crescere dell’azienda: da un lato con il tempo avviene un cambiamento di mentalità – si diventa troppo soddisfatti e meno propensi ad assumersi dei rischi -, dall’altro aumenta la rigidità e la complessità delle operazioni.

Conclusioni 
Il sistema della griglia dovrebbe servire a farti capire che non puoi considerare solo alcune metriche e ignorare le altre. In questo modo avresti un’azienda non equilibrata che potrebbe fallire. Ogni aspetto del tuo business è importante e merita attenzione e cura.

Federico Leproux (TeamSystem): “Perché compriamo startup per fare innovazione”

La società di software gestionali cerca soluzioni e skills innovative acquisendo giovani imprese. Come Fatture in Cloud e Mondora, che le hanno consentito di intermediare 4milioni di fatture elettroniche. Un modello di open innovation e corporate venture capital raccontato dal Ceo Federico Leproux

Innovare acquisendo startup è da tempo la strategia di TeamSystem, società di software gestionali ed esempio italiano di corporate venture capital, “L’innovazione interna non basta più” spiega il CEO Federico Leproux, ricordando che soltanto l’anno scorso la società ha effettuato 12 acquisizioni. “La nostra ricetta – dice – consiste nel gestire il corporate venture capital come farebbe un fondo o un VC; tenere allineato e a bordo l’imprenditore e founder dell’azienda acquisita; verificare l’aderenza strategica tra ciò in cui investiamo e il nostro core business. In cambio cerchiamo soluzioni innovative, skill e cultura”.

Un esempio: Fatture in Cloud, soluzione per la fatturazione elettrica sviluppata da un 22enne, e  Mondora, che faceva soluzione Saas per il mondo finanziario

“Grazie alla collaborazione tra queste due startup – conclude Leproux – l’anno scorso abbiamo intermediato 4 milioni di fatture elettroniche sulle nostre piattaforme”. Il corporate venture capital è stato al centro di uno dei panel dell’EY Capri Digital Summit 2017.

Shaping the Future – Presentata la 4° edizione di Start Me Up, con un nuovo format per startup e imprese.

JESI, 7 dicembre 2017 – Coraggio e curiosità nella quotidianità, trattenendo le esperienze del passato e guardando con positività al futuro. Questa è la ricetta per diventare leader e imprenditori oggi, dettata e trasmessa ai giovani da chi l’azienda la vive ogni giorno: si tratta di Fabio BiondiEnrico GiacomelliGiampietro Melchiorri e Sandro Paradisi, i protagonisti della tavola rotonda organizzata ieri sera nella sede di Diatech Pharmacogenetics, a Jesi, in occasione di “Shaping The Future”, l’incontro sui valori d’impresa e le prospettive di crescita condivisa che ha richiamato circa 100 imprenditori da tutto il territorio.

Ed è proprio nell’ottica di favorire l’incontro tra storici e nuovi imprenditori che si inserisce la quarta edizione del bando di concorso di idee Start Me Up che, ideato e promosso dal Rotary Club Ancona 25-35, insieme alle sezioni locali delle Associazioni dei giovani avvocati e commercialisti, finanzierà il progetto innovativo di un giovane imprenditore, al termine di un percorso trimestrale di formazione.

Dal prossimo febbraio sarà possibile presentare la domanda di partecipazione  al bando che finanzierà un nuovo progetto innovativo. Obiettivo: sostenere i giovani che hanno voglia di fare impresa e di investire sulle proprie capacità e attitudini per rilanciare il territorio e le sue eccellenze ed avviare ex novo la professione autonoma o un’impresa. In palio, un tesoretto da 15 mila euro, tra consulenze e premi in denaro, per avviare il proprio business.

Lo scorso anno sono stati coinvolti circa 20 aspiranti imprenditori. Durante la serata, a raccontare l’esperienza di Start Me Up come strumento di sostegno per le giovani idee di impresa, è stato Andrea Bianchini, premiato nella prima edizione con la sua applicazione “App2Gym” per il monitoraggio dell’attività individuale nei Club Fitness.

I vincitori della terza edizione, proclamati durante l’incontro di ieri, sono Gianluca Petrucci, Cristina di CesareNicoletta Nunnari e Claudio Tamburrino di Help & Care, la prima piattaforma per il caregiver familiare e l’assistenza nelle cure domiciliari di base nel territorio della Regione Marche.

La quarta edizione del progetto Start Me Up, come ha spiegato Mario Antonio Massimo Fusario, Presidente dell’ Iniziativa, sarà focalizzata sui bisogni del territorio. Primo fra tutti aiutare le start up a fare un’attenta analisi di prefattibilità del modello di business e, per questo, tutti i candidati potranno partecipare gratuitamente a cinque giornate formative su SWOT ANALISYS, BUSINESS MODEL CANVAS, STRUMENTI DI MARKETING, BUSINESS PLAN SINTETICO, ELEVETOR PICH. Verranno successivamente valutate da una commissione eterogenea di professionisti e imprenditori la fattibilità e concretezza del progetto. Infine saranno organizzati degli incontri specifici con le imprese e imprenditori marchigiani al fine di creare sinergie e opportunità concrete. Dal 2018 questa iniziativa sarà rivolta non solo ai trentenni della Provincia di Ancona ma di tutta la Regione.

Vai al programma dell’edizione 2018

 

Help&Care vince la terza edizione di Start Me Up

La Commissione del Progetto Start Me Up ha il piacere di comunicare che la terza edizione e della selezione di idee è  stata vinta dal progetto denominato Help&Care promosso dai Signori Gianluca Petrucci, Cristina di Cesare, Nicoletta Nunnari e Claudia Tamburrino.
Complimenti!

Si avvicina la premiazione del vincitore della terza edizione

Il 15 settembre 2017 sarà proclamato il vincitore della terza edizione del progetto Start Me Up.

Dopo il corso di formazione tenutosi presso l’I.I.S.S. Savoia-Benincasa, sono state presentate 3 business idea, di cui una proveniente da un gruppo di giovani imprenditori provenienti dalle zone colpite dal sisma del 2016.

La commissione in questo momento è nella fase finale della valutazione.

Si sta lavorando alla quarta edizione, anche quest’anno supportata dal Distretto Rotary 2090, che contribuirà attivamente allla riuscita progetto.

StartMeUp a favore delle zone colpite dal sisma

L’associazione Start Me Up ha deliberato in data 17 maggio 2017 di aprire il bando alle zone del cratere della Regione Marche.
In sostanza, oltre ai residenti nella Provincia di Ancona, anche chi risiede nelle zone del cratere ed ha un idea di impresa, inviando il business plan, potrà vincere un premio di 2500,00 euro in denaro e consulenza gratuita per un anno per avviare la fase di start up del progetto di impresa, per maggiori informazioni scriveteci a:

bandostartmeup2014@gmail.com